Capitolo 18: Harry (14)

Il Calice di Fuoco

 Harry Potter e il Calice di Fuoco ci porta sul piano mentale. Ancora una volta veniamo introdotti dalla prima lezione di Difesa contro le Arti Oscure. Il Professor Moody inizia parlando della Maledizione Imperius. Questa maledizione costringe una persona a fare quello che si vuole. È un controllo mentale assoluto. Nelle lezioni successive Moody scaglia la maledizione sugli studenti. Come raccontato, Harry è l’unico che può resistere alla maledizione.

Moody aveva insistito per fargli ripetere tutto per quattro volte di fila, finché Harry non aveva completamente vinto la maledizione.

Queste lezioni sono vitali per Harry, in quanto sebbene (il falso) Moody sia il nemico mortale di Harry, la forza di volontà di Harry ne viene rafforzata, la quale lo aiuta a sconfiggere Voldemort.

Alla fine dell’anno infatti Harry e Voldemort si scontrano in un duello. Ecco cosa accade:

Mentre Harry urlava «Expelliarmus», gridò «A-vada Kedavra!»

Un fiotto di luce verde sgorgò dalla bacchetta di Voldemort mentre un fiotto di luce rossa esplodeva da quella di Harry: s’incontrarono a mezz’aria, e all’improvviso la bacchetta di Harry prese a vibrare come percorsa da una corrente elettrica; la mano gli si serrò attorno; nemmeno volendo l’avrebbe potuta lasciare… e un sottile raggio di luce ora univa le due bacchette, né rosso né verde, ma di un luminoso oro intenso. E Harry, seguendo il raggio con sguardo attonito, vide che anche le lunghe dita bianche di Voldemort stringevano una bacchetta che tremava e vibrava.[…]

Il filo d’oro che univa Harry e Voldemort andò in mille pezzi; le bacchette rimasero unite, mentre un centinaio di raggi disegnarono archi sopra di loro, incrociandosi tutto attorno, finché i due non si trovarono rinchiusi in una rete d’oro a forma di cupola, una gabbia di luce, oltre la quale i Mangiamorte si aggiravano come sciacalli, le loro urla stranamente soffocate

[…]E poi una musica ultraterrena e bellissima pervase l’aria… veniva da ogni filo della rete intessuta di luce che vibrava attorno a Harry e Voldemort. Era una musica che Harry riconobbe, anche se l’aveva udita solo una volta prima d’allora… il canto della fenice…

Per Harry fu la musica della speranza… la cosa più bella e benvenuta che avesse mai udito… gli parve che la canzone fosse dentro di lui invece che attorno a lui… era la musica che collegava a Silente, ed era quasi come se un amico gli stesse parlando all’orecchio…

Non interrompere il contatto.

Lo so, disse Harry alla musica, lo so che non devo… ma l’aveva appena pensato che la cosa divenne molto più difficile a farsi. La sua bacchetta prese a vibrare più intensamente che mai… e anche il raggio tra lui e Voldemort cambiò… era come se grosse perle di luce scivolassero su e giù per il filo che univa le bacchette. Harry sentì la sua sussultare nella mano, mentre le perle di luce cominciavano a scorrere lente e decise dalla sua parte… ora il raggio di luce si muoveva verso di lui, si allontanava da Voldemort, e sentì la bacchetta vibrare rabbiosa…

Mentre la perla di luce si avvicinava alla punta della bacchetta di Harry, il legno tra le sue dita divenne così caldo che temette di vederlo prendere fuoco. Più la perla si avvicinava, più forte vibrava la bacchetta; era certo che non sarebbe sopravvissuta al contatto; aveva l’impressione che stesse per andare in pezzi tra le sue dita…

Concentrò ogni minima particella della mente sullo sforzo di ricacciare la perla indietro, verso Voldemort, le orecchie invase dal canto della fenice, gli occhi ardenti, fissi… e lentamente, molto lentamente le perle si arrestarono tremando, e poi, altrettanto lentamente, presero a muoversi nella direzione opposta… ora era la bacchetta di Voldemort a vibrare foltissimo… era Voldemort ad apparire stupefatto, e quasi impaurito…

Una delle perle di luce vibrò a pochi centimetri dalla punta della bacchetta di Voldemort. Harry non capiva il perché, non sapeva a cosa potesse servire… ma si concentrò più che mai sull’idea di costringere quella perla di luce ad arretrare fino alla bacchetta di Voldemort… e lentamente… molto lentamente… si mosse lungo il filo d’oro… tremò per un attimo… e poi entrò in contatto…

All’istante, la bacchetta di Voldemort emise urla di dolore…

In queste righe possiamo vedere che la forza di volontà di Harry è maggiore di quella di Voldemort. La determinazione di Harry è rafforzata dal canto della fenice, il simbolo della resurrezione.

Il sé superiore vuole uccidere la Nuova Anima in quanto questa non è sotto il suo controllo, e può invece resistergli. Il sé superiore non può nemmeno controllarla o ucciderla. La Nuova Anima ha realizzato la vittoria sul piano mentale, fortificata dalla forza della resurrezione. Ha spezzato la quarta catena che lega all’universo del tempo e dello spazio.

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